Eppur si muove: cosa deve fare il centrodestra per riprendersi Milano

milano al voto

Il centrodestra, ultimamente, su indicazione di alcuni importanti leader come il Presidente del Senato Ignazio La Russa, ha iniziato a riflettere sui possibili candidati per le prossime elezioni a Sindaco di Milano, cercando di non arrivare come la scorsa volta a scegliere in corsa all’ultimo giorno. Naturalmente il dibattito sta partendo, vista anche l’Intervista del Presidente Bassetti e le varie dichiarazioni di altri leader del centrodestra.
Negli ultimi 15 anni la borghesia milanese si è progressivamente spostata stabilmente verso sinistra; ad oggi il divario, facendo un’analisi quantitativa e sintetica totale di voti tra centrodestra e centrosinistra, il vantaggio di quest’ultimo è di quasi 10 punti in percentuale.
All’interno del voto, però, la differenza la fa quel 13/15% di elettori che hanno votano partiti liberal riformisti alleati al Pd come Calenda e Renzi con punte all’interno della cerchia dei navigli di oltre il 20% anche in una situazione conflittuale e di rottura fra essi.
Quell’area borghese, riformista, liberale, cattolica milanese così tanto importante, e dobbiamo dire anche economicamente e culturalmente anima di Milano, sarà la vera area di caccia del marketing della politica. Qui si giocherà la partita. Un dato nuovo che possiamo avvertire nei rumor della politica milanese è che ci sono dei movimenti all’interno di quest’area, visto che molti non hanno accettato il “rientro” di Renzi nell’area del PD e uno spostamento troppo a sinistra di tutta la coalizione con il campo largo che comprende i 5Stelle.
Quell’area è stata attratta da politiche sociali come quelle promosse dal sindaco Beppe Sala: il suo impegno per l’inclusione e la sua idea di mobilità urbana. Anche la sua immagine, moderata ed onesta, ha intercettato una parte significativa dell’elettorato, considerata la mancanza di proposte politiche (e di un candidato sindaco valido) da parte degli avversari.
Per invertire questa tendenza, il centrodestra deve rispondere con un progetto politico che metta al centro una Milano dinamica e innovativa, capace di valorizzare le sue eccellenze economiche e culturali, che sappia ridare ordine e sicurezza a questa città, che modifichi la tendenza troppo green, ma anche e soprattutto esprima un candidato conosciuto e solido in città.
Un candidato forte, che sappia parlare alla società milanese, in particolare alla borghesia liberale, riformista e cattolica, e affrontare con serietà i problemi più urgenti della città, come sicurezza, mobilità, integrazione e rigenerazione urbana.
Sembra evidente, ad oggi, che scegliere un candidato politico partitico non aprirebbe quegli spazi che si devono recuperare. Se il centrodestra volesse riconquistare Milano dovrebbe scegliere un candidato civico capace di parlare con quella componente della borghesia meneghina.
I nomi civici stanno emergendo e sono figure di rilievo negli ambienti del mondo imprenditoriale e accademico:
Regina De Albertis, imprenditore e presidente di Assimpredil-Ance; Ferruccio Resta, rettore emerito del Politecnico di Milano; Gianfelice Rocca, imprenditore e presidente del gruppo Techint; Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda.
Questi nomi rappresentano profili credibili, capaci di intercettare quella “Milano di mezzo” composta da elettori moderati e riformisti, sempre più distanti dalla politica partitica.
Per vincere nel 2027, il centrodestra deve avviare fin da ora un dialogo profondo con i cittadini milanesi ma facendo uno sforzo: i partiti dovranno fare non un passo indietro, ma tre passi indietro se vogliono riconquistare Milano e nello stesso tempo tessere le fila.
Ovviamente la scelta di un candidato sindaco deve essere anche effettuata in tempi che poi possano permettere di far conoscere al meglio la persona indicata. Particolare non di poco conto valutando le precedenti esperienze perdenti.
La scelta di un candidato civico come De Albertis, Resta, Spada o altri profili di alto livello, unita a una proposta concreta su sicurezza, mobilità ed economia, potrebbe rivelarsi la strategia vincente.
Milano non ha bisogno di slogan, ma di una visione chiara che sappia rispondere alle esigenze di una città complessa e in continua evoluzione e il centrodestra ha bisogno di ritornare alla politica attiva sul territorio. Solo così sarà possibile riconquistare quella parte di elettorato liberale, riformista e moderato che si è allontanata negli ultimi anni, costruendo una coalizione capace di riportare il centrodestra alla guida di una delle città più importanti d’Italia.
Milano, capitale economica e culturale d’Italia, è tradizionalmente attenta al pragmatismo e all’innovazione ma il centrodestra dovrà fare lo sforzo di trovare una figura che sia in grado di parlare non solo agli elettori storici della destra, ma anche a quella fetta di cittadini spesso attratti dalle proposte del centrosinistra negli ultimi anni.

Camillo Milko Pennisi, 29 novembre 2024
www.milkopennisi.it
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(questo post è stato pubblicato anche su: https://www.nicolaporro.it/eppur-si-muove-cosa-deve-fare-il-centrodestra-per-riprendersi-milano/ )

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